RABUZIN - RAFFAELE CARRIERI


 

Autore: Raffaele Carrieri
Editore: Tega Edizioni
Anno edizione: 1972
Pagine: 307
Lingua: italiano,croato,inglese,francese,tedesco


Raffaele Carrieri

(Taranto 1905 - Lucca 1984) poeta, narratore e critico d’arte italiano. Da un’inquieta esperienza di vita, e da una tenace passione per l’arte, ha tratto il nutrimento della sua lirica, per lo più incline a toni preziosamente giocosi: Il lamento del gabelliere (1945), Canzoniere amoroso (1958), La giornata è finita (1963), Le ombre dispettose (1974). È autore anche di saggi (Pittura e scultura d’avanguardia, 1950) e di opere narrative (Turno di notte, 1931; Fame a Montparnasse, 1934).


 Chi più georgico, oggi. di Rabuzin? Andate a rileggere, nel bel libro di Boris Kelemen, La Peinture naive jugoslave. uscito l'anno scorso a Zagabria, l'inno terrestre dettato e direi cantato da Rabuzin: "....Distruggere è più facile che fermare, arrestare. Chi fermerà le nuvole nel cielo. Chi arresterà i venti e i salici nel loro ondeggiamento. Chi minaccia il sorgere del sole e la caduta della luce sotto i nostri passi. lo, io che ascolto. lo presto l'orecchio alla terra, sono là, sto là. Pieno di colori. colmo di vita..." Così terrestre; ma nello stesso tempo Rabuzin è quasi surreale (istintivamente, mai intellettualisticamente surreale), e spesso è a tal punto immerso in risultati onirici, da essere indotti, a riprova della sua modernità, a conferire significati persino freudiani alla sua flora gigantesca o a certe sue enigmatiche ed emblematiche figure di donne edeniche dai seni splendenti come soli. 
...Questi pittori da Eden spesso nascondono e il più delle volte rivelano l'anomalia più sconcertante per un uomo moderno: quella d'essere immuni dal peccato originale. E può essere questa tra le altre, la ragione inconscia che porta noi moderni, in cerca contestataria di valori elementari, ad accostare e a valutare questi naifs, capaci tuttora, nonostante tutto di vedere e di rappresentare il mondo in permanente innocenza, cioè immune da corruzione e da decomposizione: "et vidit Deus quod esset bonum" Ogni creatura al suo stato originario di creazione, come nei quadri edenici di Rabuzin. dove non c'è distanza, direi che non c'è differenza. tra i seni gonfi di un'Eva croata e le colline tondeggianti in un cielo di nuvole anch'esse turgide come seni senza vecchiaia, come soli senza tramonto. 

Giancarlo Vigorelli 
in " Il dramma " n. 4. aprile 1970




A notre époque d'aliénation de l'homme et des choses qui l'entourent. Ivan Rabuzin nous offre une peinture, véritable émanation de l'harmonie existant entre l'attiste et l'univers qui l'environne. Le paradis évoqué par son art n'est pas voilé par des horizons brumeux, c'est sa patrie, le Zagorje croate mais en meme temps, n'importe quel autre lieu où nous conduit un coeur simple. C'est le paradis de la réalité quotidienne transformée et rendue magique par la profondeur et la pureté de sa vision et la force de ses sentiments. 

O. Bihalji-Merin



...Une véritàble révélation, l'exposition du peintre naif Rabuzin. Ce menuisier, qui vit dans un village de Yougoslavie, a une imagination extraordinaire, dont on n'avait guère vu l'équivalent depuis le Douanier-Rousseau....

Raymond Charmer
in "La cote des peintres", Paris, dicembre 1963



EDIZIONI TEGA • Milano 







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